Oggi su Wlibri recensiamo ‘Thomas Jay‘ di Alessandra Libutti, un romanzo edito da Fazi Editore.
Titolo: Thomas Jay
Autore: Alessandra Libutti
Editore: Fazi Editore
Anno: 2012
Trama in sintesi:
Thomas Jay è uno scrittore che ha passato tre quarti della sua vita in carcere; la prima volta che è stato in riformatorio aveva appena dodici anni, e da allora è stato un entrare e uscire continuo, fino all’approdo al carcere vero e proprio. Di amore nella sua vita ce n’è stato ben poco, tranne nei primi anni di vita, con la nonna e l’amata zia , poi il nulla finché non conosce Max, che lo avvicina alla letteratura fino a fargliela amare. Il lettore conosce Thomas Jay quando è già adulto e racconta ad Ailie la sua storia, sin dall’infanzia; si impara ad amare il protagonista, ci si affeziona alle sue parole, alle sue frasi, tanto che diventa impossibile smettere di leggere il romanzo, neanche per una breve pausa, prima di arrivare alla fine.
Recensione:
‘Thomas Jay’ fu pubblicato la prima volta nel lontano 2007 da un piccolo editore, ma è stato un romanzo che ha riscosso pareri più che positivi dal pubblico, come si legge dai commenti lasciati sui diversi social network, tanto che Fazi Editore ha deciso di pubblicarlo nuovamente. Ho letto ‘Thomas Jay’ in appena un weekend, perché è scritto in maniera semplice e fluida, senza orpelli o descrizioni inutili, anzi, la cosa che più si ama di questo romanzo è proprio il modo in cui viene descritta ogni cosa, ossia attraverso le emozioni del protagonista. Thomas Jay lo si ama fin dalle prime pagine, non solo per le sue frasi, ma anche per quello che pensa, per il modo in cui impara ad accettare quello che la vita gli ha riservato, e nonostante tutto, riesca ad andare avanti a testa alta, ad essere anche felice, sotto certi punti di vista. Leggendo ‘Thomas Jay’ il lettore si rende conto che nonostante il protagonista sia un uomo che ha passato più tempo in carcere che fuori, ha la capacità di ‘sentire’ e di ‘vedere’ cose che ai più sfuggono, e a darne delle descrizioni che farebbero commuovere anche l’uomo più duro. Alcune delle sue parole fanno riflettere, altre fanno emozionare, oppure sognare, ma mai nulla di ciò che dice è messo lì a caso… tutto ha un significato, e il lettore lo capisce sin dall’inizio della lettura. ‘Le mezze misure non mi sono mai state congeniali. Giù a picco e in cima alle stelle. Ciò che mi distruggeva era anche ciò che mi salvava’. E dopo questa frase potrei continuare all’infinito con le citazioni di Thomas Jay che più mi hanno colpito e mi hanno fatto riflettere, come ‘La natura umana è un palazzo dalle mille porte. Bisognerebbe aprirle tutte per capire cosa c’è dietro’. Che dire poi dell’assenza di amore di cui questa triste vita è costellata; l’aridità di una madre che di lui non ha saputo che farsene, la mancanza di una carezza, di un abbraccio o anche di uno ‘scappellotto’ ogni tanto, hanno fatto sì che Thomas Jay si allontanasse sempre più dalla società per abbassarsi al rango di animale… e nonostante la società si ripromettesse di ‘rieducarlo’, è stato solo per la sua forza di volontà, o grazie all’attenzione di persone come Samuel o Ailie, che Thomas è riuscito a diventare quello che è: uno degli scrittore di culto del suo tempo. Un romanzo che raccomando assolutamente di leggere!
Il libro in una frase:
Nulla mi dava maggiore soddisfazione dello sfidare le mie paure’, e ancora ‘Quando non riesci a trovare una ragione e nessuno te la dà, quando ti laceri nel dolore e sai che non interessa a nessuno, quando non riesci ad amarti perché nessuno ti ama, quando non intravedi un futuro perché non hai un passato, la realtà non è che un luogo ostile, e la mente, incapace di arginare quel dolore, non può che rifugiarsi altrove’.
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