Con “Quattro sberle benedette” Andrea Vitali non si allontana dal suo ambiente narrativo preferito, ovvero quel Lago di Como che lo ha visto diventare narratore di grande fama e a cui deve tantissima della sua ispirazione, soprattutto per quanto riguarda i tratti dei personaggi.
Questo nuovo romanzo edito da Garzanti si svolge a Bellano e vede al centro della vicenda il maresciallo Maccadò, a cui va stretta una realtà paesana dove tutti parlano di tutti, dove è difficile chiudersi le orecchie ed evitare di ascoltare le considerazioni della gente sugli avvenimenti della propria vita personale (nello specifico caso sulla nascita di un figlio).
In una piccola realtà dove tutti sanno ogni cosa delle persone che li circondano si muove un misterioso autore di anonime missive che vengono indirizzate ai carabinieri e che li invitano a indagare su una persona che frequenta ragazze di facili costumi e che per il ruolo che ricopre non dovrebbe farlo.
Andrea Vitali con “Quattro sberle benedette” riporta il lettore in un contesto narrativo molto particolare: il Lago di Como che ha fatto la sua fortuna come narratore dall’esordio nel lontano 1990 è ormai un motivo consolidato nel panorama della letteratura italiana. I romanzi di Vitali sono dei microcosmi di straordinaria efficacia, dove il lettore può toccare con mano la straordinaria varietà di anime che caratterizza i piccoli centri urbani, soprattutto in contesti dove la natura svolge un ruolo fondamentale nell’influenza sull’interiorità umana.
La penna di Andrea Vitali non è pedante, ma riesce a scavare nei tipi psicologici di una comunità senza tempo, che vive tutti i giorni in un ambiente dove la magia del lago aleggia sulla vita delle persone, rendendo ogni vicenda un meraviglioso esempio di sinergia tra uomo e natura, perché non può essere altrimenti in luoghi dove quest’ultima vive in maniera potente, all’insegna di un’indiscutibile bellezza.