Nel guscio è un romanzo di Ian McEwan pubblicato in Italia per i tipi di Rizzoli. Questo libro inizia con la fine della gravidanza di Trudy, che si prospetta non positiva per il piccolo ospite custodito nel suo ventre. Per quale motivo? Perché ad attenderlo in casa non c’è il marito di Trudy e futuro padre John Cairncross, un poeta povero e sconosciuto, ma il fratello di lui. Il suo nome è Claude ed è un ambizioso e crudele agente immobiliare.
Il nascituro gode di una posizione privilegiata sugli avvenimenti di questa famiglia. Proprio lui mette il lettore a parte di una vicenda di lutto e di sospetti. La scena familiare raccontata da McEwan ha delle similitudini con l’atmosfera dell’Amleto. Trudy e Claude, i due cognati fedifraghi, non hanno però a disposizione regni nordici. A far gola ai due amanti è in questo caso un edificio georgiano che si trova su Hamilton Terrace, in rovina, ma di grande valore.
Ereditato da John, questo edificio ha dei pavimenti sporchissimi che ricordano il marcio in Danimarca. In primo piano, a differenza di quello che si può leggere nel testo shakesperiano, c’è il senso dell’udito, il che è automatico considerando che tutto parte dall’interno del corpo materno.
Il nascituro, contornato da questa cupa atmosfera e proiettato tra l’esserci e il non esserci, ha comunque tempo per riflettere su di sé e per pensare all’amore e al mondo con le sue meraviglie.
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