E’ appena uscita per Einaudi Menti criminali, una raccolta di pezzi storici del giornalismo investigativo, a cura di Francesco Guglieri. Una collezione di cronache di particolare intensità che crediamo anche i lettori apprezzeranno.
Titolo: Menti criminali
Curatore: Francesco Guglieri
Editore: Einaudi
Anno: 2011
James Ellroy, Jack Webb, Albert Borowitz, John G. Dunne, Alec Wilkinson, Dan P. Lee, David Grann: un grande scrittore e sei penne autorevolissime del giornalismo americano vestono a turno i panni di Caronte per traghettarci nel viaggio fin nelle profondità dei meandri di alcuni casi giudiziari molto noti, sviscerandone l’iter investigativo o processuale con dovizia di particolari.
L’assassinio della Dalia Nera, l’omicidio dei fratellini Crimmins, gli omicidi di Humboldt, la sparizione di Laura Houghteling sono solo alcuni dei casi trattati nel libro, alcuni legati a serial-killer tristemente noti come Hadden Clark o John Wayne Gacy, ma altri ancora insoluti.
Proprio tra questi ultimi, spicca il caso riportato in apertura. My mother’s killer di Ellroy è un pezzo di cronaca vera struggente, perché narrato (con grande maestria) dalla viva voce del protagonista. L’omicidio di Geneva Hilliker Ellroy, la madre dello scrittore, è avvenuto nel 1958 ed è rimasto irrisolto. L’impatto emotivo che questo dramma ha avuto sul figlio James è stato indubbiamente enorme, tanto da segnarne le scelte future, sia umane che artistiche.
Fin da questo primo episodio possiamo evincere che Menti criminali ha l’indubbio pregio di offrire una disamina molto accurata della psicologia di tutti i protagonisti dei casi trattati, non solo dei carnefici o degli autori materiali degli omicidi (ammesso che siano stati individuati), ribadendo l’assioma che molto spesso l’inizio di ogni investigazione parta con la conoscenza delle abitudini e della psicologia della vittima, per poter sperare di avere un esito positivo in tempi brevi.
Per avvicinarci alle menti criminali del titolo risulta particolarmente efficace la disamina del pezzo di Alec Wilkinson Conversazioni con un killer, nel quale il giornalista del New Yorker ci descrive sia la storia processuale del caso che le sensazioni provate nei molti colloqui avuti con John Wayne Gacy, rinchiuso nel braccio della morte a Chester nell’Illinois. Condannato a morte per gli omicidi di 33 giovani uomini, Gacy attendeva l’applicazione “dell’ingiusta sentenza” dandosi da fare per cercare il vero assassino che aveva commesso quei crimini atroci, dei quali lui si è sempre professato estraneo. Scrive Wilkinson: “Sembrava convinto che se avesse agito come se fosse stato innocente, allora io non avrei avuto scelta e lo avrei considerato tale”. Una personalità schizofrenico-paranoide talmente singolare da far ritenere nel 1978 al capo del dipartimento di giustizia dell’Illinois che in tribunale sarebbe apparsa più credibile la versione di Gacy, rispetto a quella di una delle vittime che fu sì rapito e stuprato ma ebbe la fortuna di rimanere vivo e poter sporgere denuncia contro di lui. L’articolo di Wilkinson uscì il 28 aprile 1994 e Gacy fu giustiziato il 10 maggio successivo.
Una piccola curiosità su un altro caso: quando uscì l’articolo di Dan P. Lee sul Philadelphia Magazine sulla morte di Ellen Andros era il 2006. Nel libro viene riportato fedelmente il testo di allora ma, a distanza di cinque anni, l’autore ha potuto aggiungere una Coda con l’aggiornamento sulle vicende dei maggiori protagonisti, a dimostrazione che un caso insoluto e controverso mantiene sempre alta l’attenzione di chi l’ha trattato.
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