Oggi su Wlibri recensiamo il ‘Manuale del rivoluzionario‘ di Gabriele D’Annunzio, un’antologia di scritti curata da Emiliano Cannone ed edita da Tre Editori.
Titolo: Manuale del Rivoluzionario
Autore: Gabriele D’Annunzio (a cura di EmilianoCannone)
Editore: Tre Editori
Anno: 2013
Trama in sintesi:
Emiliano Cannone raccoglie in questo volume le lettere, gli scritti, le opere del D’Annunzio rivoluzionario ed anarchico che sogna un ‘comunismo senza dittatura’ e la ribellione contro la ‘casta politica’.
In ‘Manuale del Rivoluzionario’ incontriamo un D’Annunzio diverso da quello che siamo abituati a leggere ne ‘Il piacere’ o ne ‘Le vergini delle rocce’; da questa antologia di scritti dannunziani emerge il pensiero politico del Vate, cioè ‘il profeta’, come fu soprannominato. E’ un D’Annunzio tutto nuovo e per certi aspetti attuale, quello che riesce a tirare fuori Emiliano Cannone; un D’Annunzio impegnato contro i privilegi della casta, pronto a ribellarsi contro l’ingiustizia e l’oppressione. Mai parole scritte un centinaio di anni fa sono suonate così moderne e attuali, quasi una descrizione dell’Italia politica di oggi: ‘la casta politica che l’Italia insudicia da cinquant’anni, non è capace se non di amministrare la sua propria immondizia, pronta a tutte le turpitudini, pur che sia lasciata fingere di godersi il suo potere impotente’. La politica italiana è guardata da D’Annunzio come un relitto, come un qualcosa di vecchio e di trapassato; auspica un cambio generazionale e di pensiero che possa dare nuova linfa al nostro paese e assicurargli il progresso. Ma quanti di noi lettori sapevano che D’Annunzio, dal 1914 fino al 1924 ha partecipato attivamente alla vita politica italiana? In molti scritti compare l’impresa di Fiume, oppure l’orrore della Guerra, cui D’Annunzio ha partecipato. Emerge il D’Annunzio che invita a ‘disobbedire’, quello che non si perde d’animo e lotta per un ordine nuovo, affinché tutto cambi. Anche quando ‘critica’, D’Annunzio non si limita a dire cosa non gli sta bene di un determinato atteggiamento politico, ma dà idee e suggerimenti per costituire un ordine nuovo. ‘Se dovremo fare una costituzione faremo una costituzione di libertà infinitamente diversa dai vecchi Statuti… La nuova costituzione dello stato libero di Fiume si fonda sui principi più vivaci della democrazia moderna, ha per fondamenta la potenza del lavoro produttivo e per ordinamento le forme più varie e più larghe dell’autonomia gloriosa degli antichi comuni italici’.
Il libro in una frase:
Noi poveri abbiamo masticato troppe erbe amare, e ridiamo sardonicamente. Anzi a noi non rimane se non il riso sardonico. Ma non disperiamo di trovare la sorgente che con la sua acqua vergine guarisca questa atroce convulsione delle nostre labbra deluse’.