Danilo Arona (con Valerio Evangelisti e perché no, se rispetterà le premesse, l’emergente Riccardo Coltri) è autore che da solo giustificherebbe la presenza di un reparto dedicato alla narrativa di genere fantastico in ogni libreria, e non solo nel nostro belpaese. Recensiamo oggi il suo L’estate di Montebuio.
Titolo: L’estate di Montebuio
Autore: Danilo Arona
Editore: Gargoyle Books
Anno: 2009
Trama in sintesi:
In una notte del dicembre 2007, alle tre in punto, lo scrittore horror Morgan Perdinka si toglie la vita nel suo loft di Milano.
Il 9 gennaio del 2008 il cadaverino mummificato di una ragazzina scomparsa quarantacinque anni prima riaffiora dalle acque gelide di un torrente sulla cima del Monte Buio, nell’Appennino Ligure. Eventi all’apparenza estranei l’uno all’altro. Ma quando un carabiniere e un anatomopatologo scoprono che il dodicenne Morgan trascorse le vacanze estive del 1962 sotto il Monte Buio, vivendo un tenero e infantile amore nei confronti della bambina destinata a essere inghiottita dal nulla l’estate successiva, una mostruosa verità inizia a farsi strada, trascinando i due uomini in un abisso inconcepibile dove regnano il Male puro e i suoi piu’ insospettabili adepti. Cosa lega una vecchia colonia in rovina alle inquietanti preveggenze dei libri scritti da Morgan? Chi e’ la Vergine Crocefissa? Che cosa e’ la sostanza nera e fosforescente che da decenni prolifera sulle propaggini della montagna? Benvenuti nella mente diabolica di Morgan Perdinka, una zona oltre i confini del reale tutt’altro che morta…
Recensione:
L’estate di Montebuio, edito da Gargoyle Books, è un corposo romanzo che aggiunge un altro tassello all’opera di Arona; ennesimo ben riuscito affresco che dosa e reinventa sapientemente weird, horror, pulp, racconto di formazione, thriller. Incontriamo in questo libro personaggi che sono un classico dell’immaginario horror, quasi di stampo kinghiano, come lo scrittore prigioniero dei suoi stessi fantasmi; riuscite ambientazioni italiche (la colonia abbandonata sull’Appennino); una storia d’amore tra ragazzinini risalente a tanti anni (diciamo a una vita) prima; richiami a miti e leggende legati alle nostre più antiche tradizioni, e di riflesso, alle nostre più intime paure. E molto, molto di più. Come da tradizione nell’opera di Arona, anche in questo romanzo c’è molta carne al fuoco: per alcuni la cosa potrebbe apparire come un difetto, per altri come un surplus qualitativo. Chi ama già l’autore sa già cosa aspettarsi (e avrà la bava alla bocca, sì, come uno zombie o uno di quei cosi lì). Chi non lo conosce ancora, può approfittarne per rimediare: L’estate di Montebuio è un ottimo inizio. Che poi l’estate finirà, e i mesi a seguire saranno come da copione molto più freddi e bui…
Il libro in una frase:
Un romanzo inquietante da uno dei maestri dell’horror italiano.
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