La voce delle onde è un romanzo dello scrittore giapponese Yukio Mishima, composto nel 1954. A fare da sfondo al romanzo è Uta-jima, l’Isola del canto, piccolo villaggio di pescatori,nello stretto che collega il golfo di Ise con l’oceano Pacifico. I protagonisti sono il giovane e introverso Shinji, figlio maggiore di un’umile famiglia di pescatori, e Hatsue, figlia dell’uomo più ricco del villaggio, rientrata da poco sull’isola dopo un periodo in cui era stata data in adozione.I due giovani, dall’animo puro e innocente, si innamorano teneramente ma il loro sarà un amore contrastato. Si troveranno infatti a dover fare i conti con circostanze e personaggi avversi che li distanziano fisicamente, senza mai riuscire però ad intaccare il loro reciproco sentimento. Nulla di malizioso nei loro sguardi, nei loro respiri, nelle loro parole. È un amore pulito e semplice quello che li unisce.
“In città i giovani apprendono facilmente dai romanzi o al cinema le maniere di amare; a Uta-jima invece non c’era praticamente alcun modello da seguire. Perciò, per quanto si scervellasse, Shinji non aveva la minima idea di ciò che avrebbe dovuto fare durante quei preziosi minuti trascorsi fra l’osservatorio e il faro, quando era rimasto solo con lei. Sapeva soltanto di provare un acuto senso di rimpianto, una sensazione che vi fosse qualcosa che egli aveva completamente trascurato di fare.”
In ogni storia d’amore che si rispetti, ad ogni eroe buono si contrappone un antagonista. Quello di Shinji è il giovane Yasuo, suo coetaneo, ugualmente innamorato di Hatsue, ma da Shinji molto diverso per sensibilità d’animo oltre che per condizioni economiche. In seguito ad una maldicenza alimentata proprio da Yasuo, per poter screditare Shinji ed ottenere la mano di Hatsue, il padre della ragazza, Terukichi, decide di recluderla in casa, e al tempo stesso vuole mettere alla prova i due giovani, per stabilire chi fra loro sia il più degno di avere in sposa sua figlia. I due vengono così imbarcati sull’Utajima-maru, nave di proprietà di Terukichi, il quale dà disposizioni al capitano di osservare il comportamento di entrambi. Appare immediatamente evidente che Shinji ha delle qualità caratteriali decisamente superiori: ragazzo rispettoso, umile, e instancabile lavoratore. La sua bontà, la sua purezza d’animo vengono premiate in una notte di burrasca, quando Shinji ha modo di mostrare a tutti il suo eroismo e il suo coraggioportando in salvo l’equipaggio dalla violenta tempesta. Terukichi quindi non avrà più alcun dubbio.
Si tratta di una storia d’amore che nasce e si sviluppa sulla riva del mare, raggiungendo apici di poetica ed emozionante spontaneità e semplicità. La vita umile, fatta di coraggio e di sacrificio, di questo povero villaggio di pescatori giapponesi è lo sfondo per le uscite sul mare, la pesca delle perle e gli incontri d’amore dei due giovani protagonisti, su al tempio di Yashiro, che dall’alto del monte domina Uta-jima.Stupisce quasi ritrovare nella vasta produzione di Mishima, per lo più improntata su temi cupi e vischiosi, un testo simile, molto lontano da ciò cui l’autore ci ha abituato in opere più intense e drammatiche: non esistono contrasti laceranti nei personaggi di questo romanzo, manca il pathos, mancano toni fortemente tragici nelle loro vicende; nonostante le avversità che tenteranno di spegnere il loro amore, tutto si volge in maniera lineare e ciò che trionfa alla è la giustizia e la purezza dei sentimenti.E’ un romanzofortemente lirico, un’elegia del sentimento amoroso, delicato e “rarefatto” sia nella trama, che nelle ambientazioni e nello stile narrativo. Rispetto agli altri racconti di Mishima,“La voce delle onde” è un romanzo più positivo e luminoso. L’amore è come il mare: limpido, cristallino e calmo nelle dolci notti;furioso, torbido e agitato in quelle tempestose. Il mare è la cornice perfetta per le parole sussurrate e gli sguardi intensi dei due giovani protagonistiAmore come epifanica rivelazione, come progressivo disvelarsi dello “spirito eroico”, come apertura del sentimento alla piena conoscenza di se stessi, delle più intime e cavernose profondità emotive che ci legano indissolubilmente agli elementi del creato. Natura e bellezza diventano infatti nelle pagine di questo romanzo, quasi duesinonimi.La voce delle onde è l’unico ritmo possibile, l’unica musica in un mondo simbolico, dove uomo e natura si fondono e si armonizzano. Lo sciabordio delle onde,è poesia, è canto soave;anche se spesso tempestose, le onde sono la voce dello spirito, la melodia dell’Isola del canto per celebrare i suoi giovani amanti; sussurra dolcemente, culla mente e spirito, trasportando il lettore in un mondo incantato, arcaico e primitivo, essenziale e pulito nei ritmi del suo tempo e nell’animo dei suoi abitanti.L’isola è un metaforico luogo dell’anima. Il Giappone de La voce delle onde è un Giappone che emerge tra i flutti , ben lontano dalla caotica distesa metropolitana; un Giappone lirico, in grado di far sentire la voce del suo mare e l’odore di salsedine. Con la sua scrittura semplice e scorrevole, mai disarmonica, Yukio Mishima riesce a descrive magistralmente paesaggi e panorami, senza mai essere tedioso, arricchendo tutto con la sua delicata vena poetica. Mishima riesce a creare una storia fortemente “sensoriale” da odorare, toccare, da ascoltare ed assaporare. All’ultima pagina del romanzo si ha la sensazione di sentire la nostra pelle bruciata dal sole come quella dei pescatori, di avere in bocca il sapore del sale, nelle narici il profumo del mare e se si chiudono gli occhi e si rimane in silenzio, si può sentire nitida la voce delle onde.
Silvia Mangieri
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