Oggi ospitiamo sul nostro blog Elisabetta Cametti, giovane autrice di K – I guardiani della storia.
[D]: Buongiorno Dottoressa Cametti, e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Ci fa piacere ospitare un’autrice al suo esordio: K – I guardiani della storia è infatti il suo primo romanzo. Come mai ha sentito il bisogno di scrivere un libro?
[R]: Scrivo da sempre. Da piccola riempivo pagine e pagine di diari, romanzavo le mie giornate e inventavo favole. All’università ho scritto una serie di articoli di marketing. Per il mio lavoro in campo editoriale invento mondi fantastici e scrivo sceneggiature. Non ricordo un solo momento senza carta e penna o un computer dove appuntare i miei pensieri.
Pubblicare un romanzo è stato un passo spontaneo. Ho sentito che era arrivato il momento di lasciare che la scrittura assumesse un ruolo più importante nella mia vita.
[D]: La protagonista del libro, combattiva, solitaria, direttore generale di una casa editrice molto importante, le somiglia molto?
[R]: Katherine si batte per i valori in cui io credo ed è la parte di me che, proprio perché protagonista di un romanzo, può dire ciò che pensa senza esitazione, senza timori, senza rimorsi. È l’eroina moderna che incoraggia l’integrità, la fiducia in se stessi, la difesa di ogni forma di vita, il desiderio di costruire e la necessità di contrastare pessimismo, invidia, falsità, egoismo.
Di Katherine ammiro la forza di non guardare indietro e la determinazione nell’andare sempre e comunque avanti, qualsiasi siano le complessità e le conseguenze. Non solo, Katherine ha tutti i difetti che io vorrei avere.
Sto imparando molto da lei.
[D]: Definirebbe il suo libro un thriller o un giallo? Si ispira a qualche autore in particolare? Leggendo la trama, sembra quasi di trovarsi di fronte all’ultimo bestseller di Dan Brown.
[R]: Thriller. Tra le pieghe di una trama molto articolata, mi piace pensare di essere riuscita a creare suspense e a coinvolgere emotivamente il lettore fino all’ultima riga.
La ringrazio per l’apprezzamento! Ammiro molto la capacità di Dan Brown di dare ritmo alla narrazione.
Sono onnivora di libri, di film, di serie TV e di videogiochi. E sono convinta che la curiosità e l’apertura mentale a tutti gli stimoli esterni siano fondamentali per allargare i confini della fantasia.
[D]: Lei è laureata in Economia e Commercio, e ha lavorato nel settore del marketing; la sua esperienza ha influito sulla trama del libro? O ha preferito lasciarsi andare sull’onda della fantasia?
[R]: Lavoro nell’editoria da quasi vent’annie il profumo della carta stampata mi scorre nelle vene.
Però la scelta di ambientare la prima parte del romanzo negli uffici di una grande casa editrice è stata dettata da un particolare della trama: i libri della collana L’Eredità degli etruschi vengono usati per comunicare con il killer che, attraverso la lettura di codici stampati sulle pagine, dovrà localizzare e rubare reperti storici necessari per compiere un rituale sanguinario.
[D]: Il suo romanzo è ambientato nell’isola Bisentina. Questo luogo esiste davvero? Ha avuto modo di visitarlo?
[R]: L’isola Bisentina è una piccola isola del lago di Bolsena. Un’isola ancora oggi molto misteriosa. Sulle sue sponde sono sbarcati etruschi, romani, longobardi e saraceni. Nel 1200 è stata annessa ai domini della Chiesa. La sua fitta vegetazione nasconde edifici risalenti alle varie epoche, dal tempietto di Santa Caterina, vicino al colombario etrusco, alla chiesa del santi Giacomo e Cristoforo con la cupola realizzata dal Vignola, alla “malta dei papi”, il carcere a vita per i preti accusati di eresia.
L’isola è proprietà privata della famiglia dei Principi del Drago ed è spesso chiusa al pubblico. Credo di aver letto tutto quanto disponibile sulla sua storia e da lì sono partita per creare l’ambientazione. I luoghi “in superficie” sono reali. Per la costruzione del labirinto sotterraneo, dei passaggi segreti e delle gallerie mi sono lasciata ispirare dalle leggende.
[D]: Dopo aver lavorato per tanti anni per una casa editrice, com’è trovarsi dalla parte degli autori? Il mondo editoriale è come se lo aspettava?
[R]: L’editoria è il mio mondo,pensavo di conoscerne ogni sfumatura.Comeautore, invece, ho scoperto una nuova dimensione: il contatto con il pubblico. Scrivere dà la possibilità di accendere le emozioni, di toccare le corde più profonde del lettoree di trascinarlo dentro gli eventi, portandolo ad amare, soffrire e lottare insieme ai protagonisti.
[D]: Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole diventare uno scrittore? Quali sono le qualità che non devono mancare per veder pubblicato una propria opera?
[R]: Per quanto riguarda le qualità (oltre a quelle indispensabililegate alla tecnica e alla creatività) io credo che sia fondamentale essere tenaci e pazienti. Tenaci per non mollare mai. Pazienti perché non è facile trovare l’interlocutore giusto e la vera sfida è proprio l’attesa: attendere che qualcuno legga il tuo manoscritto, attendere che quel qualcuno si esprima in un parere, attendere la data di pubblicazione.
Detto questo, mi permetto di dare solo un consiglio: scrivete, scrivete, scrivete. Non lasciatevi condizionare da alcun timore e date massimo sfogo alla vostra fantasia. Sempre!
[R]: Grazie per l’intervista e per le domande interessanti!
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