“Nato a Modena, svogliato studente di liceo classico, ancor più svogliato fuoricorso di Giurisprudenza, Claudio Vergnani preferisce passare il tempo leggendo, giocando a scacchi e tirando di boxe. Allontanato dai Vigili del Fuoco, dopo una breve e burrascosa parentesi militare ai tempi del primo conflitto in Libano, sbarca il lunario passando da un mestiere all’altro, portandosi dietro una radicata avversione per il lavoro. Dalle palestre di bodybuilding alle ditte di trasporti, alle agenzie di pubblicità, alle cooperative sociali, perso nei ruoli più disparati, ma sempre in fuga da obblighi e seccature.”
Claudio Vergnani si presenta così, nella quarta di copertina dei suoi romanzi. Interessante e complesso come uno dei suoi personaggi, si direbbe. Oggi, su WLibri, cercheremo di conoscerlo un po’ meglio facendoci raccontare qualcosa di lui e dei suoi libri, coi quali l’autore modenese si è ritagliato un posto speciale nel cuore di tanti lettori italiani.
Ringraziamo Claudio per la sua disponibilità e auguriamo a tutti voi buona lettura.
WLibri: Ciao Claudio. Benvenuto su WLibri. Recentemente ho avuto il piacere di recensire il tuo “I vivi, i morti e gli altri” (ed. Gargoyle Books) per questo stesso sito. Nella recensione ho scritto che il tuo libro “parla dei cambiamenti che potrebbero verificarsi nella cultura e nella società umane in seguito all’avverarsi di uno degli incubi più terrificanti evocati dalla letteratura horror: l’apocalisse zombie. E di una missione di speranza. Tutto, visto attraverso gli occhi di Oprandi, il protagonista, un uomo controverso, pieno di contraddizioni, ma carismatico e coraggioso”. Sei d’accordo con questa affermazione?
Claudio Vergnani: Grazie a te dell’ospitalità. Sì, certamente. Aggiungo che Oprandi aveva perduto per strada, molti anni prima, il suo coraggio, e come a volte accade, ha finito per ritrovarlo nel momento decisivo. Poi, forse, il suo è un coraggio sui generis. Non è cioè il coraggio frontale dell’intrepido, ma il coraggio ragionato di chi pensa che se non farà una certa cosa non potrà poi mai perdonarselo.
WLibri: Osservando un personaggio come Oprandi, viene da pensare che in una società normale, non ancora travolta dall’apocalisse zombi, sarebbe un individuo emarginato. In un certo senso, le situazioni estreme con cui viene a contatto suo malgrado gli permettono di mettere in luce le sue qualità e di ritagliarsi un ruolo. Lo stesso può dirsi per Lillo, suo degno compagno di avventura. È così?
Claudio Vergnani: Sì. Senza voler tenere sermoni, è un fatto che l’attuale società – per dirla in soldoni – penalizza i “buoni” e premia i “cattivi”. Spesso in modo ambiguo e ipocrita. Ci si può adeguare, si può combattere o si può scegliere consapevolmente l’emarginazione. Ma come dici giustamente tu, le situazioni estreme cambiano le cose. A volte in bene e a volte no. Ma di sicuro nulla sarà mai com’era prima. E questo vale soprattutto per gli esseri umani.
WLibri: Ti capita mai di pensare a come se la stanno passando i tuoi personaggi, senza di te, dopo che li hai lasciati alla fine di un libro?
Claudio Vergnani: Sono personaggi, forse simboli. Sono le persone in carne e ossa che soffrono. Io non sono di quelli che “piangono” se devono “far morire” in un romanzo un personaggio caro. Il mio pensiero va agli esseri umani.
WLibri: Seguitando a parlare de “I vivi, i morti e gli altri”, quanto hanno pesato, nell’elaborazione della trama e nella costruzione del carattere dei personaggi, i tuoi precedenti letterari e personali?
Claudio Vergnani: Ho utilizzato uno stile più asciutto e ho cambiato personaggi. Il mio background militare mi ha aiutato nel soppesare i pro e i contro di una data strategia o nella scelta di un’arma in particolare. Ma i precedenti letterari sono tutto. Quello che sono ora – bello o brutto che sia – lo devo a loro.
WLibri: Se dovessi dare un sottotitolo al tuo libro, quale sarebbe?
Claudio Vergnani: Questa è una bella domanda. Forse Mezzanotte in una città in fiamme, frase presa dalla nota poesia di Alan Seeger (“Ho un appuntamento con la Morte a mezzanotte in una città in fiamme”).
WLibri: George Romero è considerato il capostipite del ‘genere’ zombi, almeno per quanto riguarda il cinema. Nel suo film de 1978 gli zombi rappresentano una metafora della società dei consumi contemporanea. Se n’è parlato molto. Che cosa rappresentano, invece, per te?
Claudio Vergnani: Non lo so. E’ difficile da dire. Lo zombi è molto o poco a seconda del significato e delle caratteristiche che gli si vogliono dare. Ma una cosa è sicura: Romero nel 1978 aveva visto giusto. Spero di non aver visto giusto anche io nel 2013.
WLibri: Se un giorno dovessero trarre un film dal tuo libro, chi vedresti bene come attore nel ruolo di Oprandi?
Claudio Vergnani: Forse un Clive Owen un po’ più tonico?
WLibri: E nel ruolo di Lillo, invece?
Claudio Vergnani: Esiste l’originale. Si trova su Facebook, per chi volesse vederlo. Si potrebbe proporre a lui.
WLibri: Venendo a te. Si è parlato molto, in rete, dei tuoi inizi come autore. Il momento storico particolarmente favorevole alla figura del vampiro sembra che sia stato determinante nello spingerti e tentare la strada della pubblicazione di un romanzo che aveva proprio questi ultimi come protagonisti. Mi piacerebbe sapere se c’è qualche altro genere letterario, a parte l’horror, nel quale ti piacerebbe cimentarti o ti sei già cimentato.
Claudio Vergnani: In realtà scrissi Il 18° vampiro quando i vampiri non se li filava nessuno (e credo si capisca, leggendolo). Poi sono venuti di moda e ho pensato di sfruttare tale momento per provare a pubblicare. Il noir. L’ho già fatto con Ironia della morte. Forse lo rifarò.
WLibri: Che cosa legge Claudio Vergnani quando non è impegnato a scrivere?
Claudio Vergnani: Attualmente molto poco, il che è un pessimo segnale. E spesso rileggo più che leggere. E questo è forse un segno ancora più preoccupante.
WLibri: Immagino che tu non possa scendere troppo nei dettagli, ma potresti dirci se stai lavorando a qualcosa, in questo momento, e quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Claudio Vergnani: Posso scendere tranquillamente nei dettagli, il mio non è un lavoro Top Secret. Sì, sto lavorando ad un noir. Vedremo poi se sarà o meno il caso di proporlo. Non voglio propinare a chi mi ha seguito fino a qui delle minestre riscaldate. In quanto ai miei progetti per il futuro consistono solo nel cercare di averlo, un futuro.
WLibri: Siamo arrivati alla fine. Ti ringraziamo ancora per la disponibilità e per il tempo che ci hai dedicato. Se c’è qualcosa che vorresti dire in chiusura ai lettori di WLibri, fai pure. Hai campo libero.
Claudio Vergnani: Sono io che ringrazio te della gentilezza e chi ci leggerà per la cortesia nei miei confronti. Cosa posso dire che non sia già stato detto? Valutate i libri, soprattutto quelli di successo, senza pregiudizi ma con senso critico, e senza dimenticare che non è il libro in sé che stabilisce il proprio valore (sempre opinabile) ma la società che ha accolto con entusiasmo tale libro. Pensateci su. Grazie a tutti.