Il mondo finisce al Caffè Torrefazione è un romanzo di Paolo Autino pubblicato per i tipi di Cinquemarzo all’inizio dell’anno. In questo libro si intrecciano le storie di personaggi che possono essere tranquillamente reali, ma che vivono situazioni che hanno del paradossale. La parte principale di questa storia scritta da Autino, che si svolge con un ritmo a dir poco serrato, vede al centro dell’attenzione le vicende di diversi personaggi con storie e caratteristiche molto lontane tra loro.
Ci sono delinquenti, disabili, giovani inetti e privi di aspirazioni, figure che si muovono in una spirale di violenza dove i rapporti umani vanno avanti all’insegna della superficialità e della distorsione. Tra i protagonisti principali del romanzo troviamo Totò Nocera, un delinquente tanto crudele quanto privo di scrupoli, e suo fratello Rosario, che da sempre prova per lui un sentimento di odio. Poi c’è Gianni, un adolescente timido a cui Nocera ha promesso vendetta per via di un presunto sgarbo. Questi personaggi costituiscono una sorta di piramide di violenza, in cui il più forte prevarica il più debole: Totò Nocera perseguita Gianni; Gianni e i suoi amici, a loro volta, esercitano su alcuni disabili dileggio e violenza. Eppure tutti quanti, benché in maniera diversa, sono degli emarginati e degli infelici; nessuno di loro ha un posto nel mondo.
I destini di questi personaggi così lontani tra loro s’incrociano tragicamente una sera del 1977, quando Nocera si reca a Vercelli con l’intenzione di consumare la sua vendetta nei confronti di Rosario. Totò sarà coinvolto in un omicidio e, disperato, maturerà una decisione estrema.
Grazie a questa vicenda il lettore, che sceglie questo libro se ha intenzione di leggere qualcosa di davvero originale, ha la possibilità di entrare in contatto con un tema fondamentale per l’essere umano. Di cosa si tratta di preciso? Gianni e i suoi amici, per spaventare Flavio, un mongoloide, gli hanno fatto credere che il mondo finisce a Vercelli, al Caffè Torrefazione. In realtà – Gianni lo capirà alla fine del romanzo – non è una fantasia. E’ la concreta verità dell’esistenza, nel senso che la vita pone agli uomini dei limiti invalicabili. Uno, innanzi tutto: la nostra natura e la nostra mente; in una parola, la nostra persona. Il mondo finisce sempre, in ogni istante, al Caffè Torrefazione come in ogni altro luogo, ogniqualvolta sperimentiamo l‘impossibilità di essere diversi da quel che siamo.
La storia narrata in questo libro è tragica, ma il racconto è condotto con leggerezza, alternando brani drammatici ad altri in cui prevale l’ironia o addirittura la comicità aperta.
Questo romanzo ha vinto il premio letterario “L’incontro”.
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