Antonio Moresco, classe 1947, è uno degli scrittori italiani più affermati. Tra le sue ultime opere, ricordiamo Lettere a nessuno (Einaudi 2008), Canti del caos (Mondadori 2009), Gli incendiati (Mondadori 2010), Gli esordi (Mondadori 2011), La parete di luce (Effigie 2011), Il combattimento (Mondadori 2012) e La lucina (Mondadori 2013). Sempre con Mondadori ha pubblicato quest’anno Fiaba d’amore, una storia che sembra quasi una favola, anzi, potremmo dire che è una sorta di fiaba moderna.
L’ambientazione infatti è del tutto fantastica: siamo nel regno dei vivi e dei morti, che ha origine là dove ogni speranza terrena finisce. C’era una volta (non potremmo iniziare che così, dato che si tratta di una fiaba) un vecchio pazzo che viveva su un marciapiede, tra cartoni e di stracci, vegliato solo da un colombo ferito. La sua vita scorre immutabile e noiosa, tra la gioia di qualche pezzo di cibo trovato nella spazzatura, finché succede una cosa incredibile: una bellissima donna gli sorride, lo porta a casa con sé, lo lava, lo ama e si prende cura di lui. Ma la sua nuova vita durerà poco: il vecchio viene abbandonato e si ritrova nella città dei morti.
Un libro adatto sicuramente ai più romantici, ma anche a chi crede che ormai la vita non abbia più nulla per sorprenderlo, che ormai sia finita qui. E invece c’è sempre speranza, sempre una nuova via da percorrere. Perché, come dice Cristina Campo, scrittrice, poetessa e traduttrice italiana “a chi va, nelle fiabe, la sorte meravigliosa? A colui che senza speranza si affida all’insperabile”.
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