Di solito siamo noi a credere di salvare loro: ma non è così. Di solito siamo convinti di essere noi a nutrire loro: ma non è così. Gli animali ci guardano, sornioni, e ce lo lasciano credere. Ma quante nostre lacrime hanno asciugato con il loro folto pelo, e quante liti hanno acquietato mettendosi in mezzo a noi, quante giornate storte hanno raddrizzato portandoci in dono la loro sfrenata allegria. Li amiamo anche perché ci portano la Natura a domicilio: in ogni gatto c’è una tigre del Bengala, in ogni cane un Lupo della Steppa, nella Cocorita ci sono i colori dell’Australia lontanissima, nel coniglietto che sonnecchia sul cuscino c’è una lepre veloce come una saetta. Ci osservano ma non ci giudicano, però a volte ci suggeriscono silenziosamente che cosa è meglio fare: aspettano che sia passata la burrasca poi ci portano un pupazzo, ci invitano al gioco, e tutto è alle nostre spalle. Mi fanno tenerezza coloro che, stupiti e scettici, mi dicono: “ma li tratti come figli!”
Perché, che cosa c’è di sbagliato nell’amare profondamente e rispettare chi a sua volta ci ama e ci rispetta, che abbia due o quattro gambe? Non dovrebbe essere sbagliato il contrario? Ma di solito non perdiamo tempo a spiegarlo, tanto non capiscono: ecco, questo libro l’ho scritto in primis per quelli “che non capiscono”, e poi per tutti noi che capiamo benissimo. Ho messo nero su bianco una storia d’amore, sì tra bipedi, ma che non avrebbe potuto compiersi senza quadrupedi, una storia dove loro guidano i nostri passi e ci suggeriscono, con lo sguardo: “Usa il buon senso!”. Ecco, gli amici che cerchiamo per tutta una vita sono lì, e hanno zampe, code, ali, orecchie a punta. Il libro si può trovare sul sito di Emersioni.
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