IL LIBRO IN UNA FRASE: “…io sono il Cardo, vivo a Stupinigi nella mia cascina abbandonata, dormo su un materasso buttato su un pallet, bevo e vado a puttane. Sì, questo quadretto mi descrive alla perfezione e non c’è da aggiungere altro…”
RECENSIONE: La sparizione di una prostituta extracomunitaria ed il rapimento della figlia di un noto chirurgo torinese sono gli avvenimenti che danno inizio alle due investigazioni, costituenti l’intreccio narrativo del libro.
Il Cardo e la sua amica Angela seguono le tracce di Isoke, mentre l’ex poliziotto della scientifica Ribò (malato di cancro) aiuta il dott. Bellinzona (che l’ha operato) nella singolare trattativa con i rapitori della bambina: la sua vita, in cambio del pollice destro del medico.
La trama è resa ancora più movimentata dal fatto che Ribò ed il Cardo si conoscono alla perfezione e interagiscono tra loro, nonostante la grande differenza di personalità e di vedute; o forse proprio perché l’uno rappresenta l’opposto dell’altro: filosofeggiante, sofisticato e meditativo, Ribò; istintuale e scevro da ogni sovrastruttura sociale e psicologica, il Cardo.
La narrazione di questi due “crimini incrociati con vista sul Monviso” si rivela anche ricca di spunti interessanti (La personalità è una ideologia o Meglio grattarsi i pidocchi che lavarsi), a seconda che lo spunto meditativo arrivi dall’uno o dall’altro personaggio principale.
E’ innegabile, però, che la particolarità del romanzo risieda nella lettura della realtà con gli occhi surreali del Cardo, che alterna – ‘inconsapevolmente’, direbbe lui stesso – momenti di sarcasmo acutissimo ad istanti di candore abbagliante.
I crimini saranno risolti ed i responsabili assicurati alla giustizia, ma…che ne sarà di Ribò e del Cardo?
Il primo è riuscito a sconfiggere il cancro ed a riprendersi la vita; il secondo è più incerto sul da farsi.
La presa di coscienza che Angela – la sua puttana preferita nonché unica amica – sia qualcosa in più di un essere dotato di attributi sessuali femminili di ottima fattura, sembra sospingerlo verso l’elevazione dalla sua terrigna concezione della vita, portandolo addirittura ad abbandonare (nelle pagine finali del libro) le primitive similitudini sessuali con le quali approcciava le questioni.
Questo poeta della vita riuscirà quindi a diventare meno prosaico?
L’interrogativo che chiude il libro la dice lunga sull’esito incerto di questa vicenda che (forse) sarà risolta solo nella prossima avventura del Cardo e di Ribò.
L’enigma del pollice – Massimo Tallone – Fratelli Frilli Editori