“Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood è un romanzo di ben 35 anni fa, che negli ultimi tempi però ha riscosso un successo insperato e ha portato verso la Atwood un numero incredibile di nuovi lettori. Il successo di questo romanzo almeno in parte è stato dettato dalla serie televisiva “The Handmaid’s Tale”, considerata infatti come una tra le serie migliori di tutti i tempi. Coloro che hanno amato “Il racconto dell’ancella” saranno felici di sapere che è da poco arrivato il libreria un sequel. Il nuovo romanzo di Margaret Atwood si intitola “I testamenti” ed è pubblicato dalla casa editrice Ponte alle Grazie.
È davvero così, i lettori sono felici di scoprire che c’è un sequel? Dobbiamo ammettere che la maggior parte dei lettori potrebbe sentirsi un po’ intimorita da questa scoperta. La paura che accompagna l’uscita di un sequel è che non sia affatto all’altezza dell’opera precedente. Nel caso de “I testamenti” di Margaret Atwood, potete stare tranquilli cari lettori. Si tratta di una vera e propria opera d’arte letteraria, al pari de “Il racconto dell’ancella”. Il nuovo romanzo ruota attorno a tre temi fondamentali, donne, odio e libertà e nasce per cercare di dare una risposta a tutte le domande che i lettori da anni si pongono. È stata la stessa scrittrice ad ammettere che è questo l’intento del libro, dopo che i suoi fan le hanno posto sin troppe domande e aperto sin troppe questioni.
In questo nuovo romanzo a parlare non è più l’ancella Difred, ma zia Lydia. Cambia la prospettiva da cui guardare quindi agli orrori e alle atrocità che vengono perpetrate a Gilead. Zia Lydia è una donna spietata, con un carattere odioso, una donna che non ha alcun tipo di scrupolo e che è pronta a picchiare, violentare, massacrare le sue vittime. Il romanzo però porta alla luce nuovi aspetti del suo carattere, un personaggio il suo che con questa narrazione viene almeno in parte riabilitato.
Il romanzo porta alla luce il paradosso della società di Gilead. È una società che considera infatti le donne come fiori preziosi, dato che è grazie a loro che è possibile avere dei figli. Allo stesso tempo però le donne sono considerate come una minaccia, una tentazione, una bomba pronta ad esplodere. La donna è un corpo, un corpo che è benedizione o’miracolo, un corpo che però deve essere tenuto quanto più possibile nascosto. La donna è contraddizione. E alla fine anche il potere e Gilead stessa sono contraddizioni a loro volta.
A parlare in questo romanzo non è solo zia Lydia. Troviamo anche una nuova voce, quella di Agnes Jemima, di cui però non è possibile parlare in questo frangente, pena il rischio di raccontarvi troppo. Scoprirete tutto su di lei pagina dopo pagina, con svolte e colpi di scena narrativi che non potranno che tenervi incollati al romanzo.
Ancora una volta Margaret Atwood ci racconta un universo parallelo al nostro che è frutto dell’immaginazione, ma lo fa in modo così semplice, naturale, istintivo da farci credere che tutto ciò che racconta esista veramente. Dopotutto almeno in parte è così. Margaret Atwood racconta atrocità che non sono reali, ma che sono molto simili a molte atrocità che l’uomo nel corso dei secoli ha portato avanti.
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