La rete di protezione è un romanzo di Andrea Camilleri che, come tutti gli altri libri dell’autore siciliano, è stato pubblicato per i tipi di Sellerio alla fine del mese di maggio. In questa vicenda vediamo Vigatà in subbuglio: è infatti diventata set di una fiction ambientata negli anni ’50. Per rendere tutto più reale, la produzione italo-svedese ha chiesto agli abitanti del paesino siciliano di cercare vecchie foto e filmini.
L’ingegnere Ernesto Sabatello, rovistando nella sua soffitta, trova alcune pellicole girate dal padre negli anni tra il 1958 e il 1963. In tutte si vede sempre la stessa cosa: un muro, che sembra l’esterno di una casa di campagna. In nessuna pellicola compaiono persone. Niente di niente. Preso dalla perplessità, l’ingegnere consegna tutto a Montalbano. Il commissario comincia a indagare solo per il gusto di entrare nel vivo di quell’immagine immobile e di quella che, a tutti gli effetti, appare come una scena priva di qualsiasi senso.
Tra una ricerca e l’altra in quel muro ad un certo punto si apre una crepa: il commissario Montalbano viene a sapere di un fatto di sangue di tanti anni prima, un’inquietante storia sepolta nel tempo. Con questo libro Camilleri propone ai lettori una storia da leggere tutta d’un fiato, che ad un certo punto si sdoppia dando spazio alla finzione del girato e alla realtà di una storia drammatica scoperta dopo 60 anni.
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