Il futuro senza lavoro è un libro di Martini Ford, pubblicato in Italia per i tipi de Il Saggiatore. Questo volume, che ha vinto il Financial Times and McKinsey Business Book of the Year Award, parla del timore che le nuove tecnologie possano distruggere il vecchio assetto del lavoro. Si tratta di una preoccupazione vecchia quanto il capitalismo e risalente ai tempi dei luddisti. Quello che di positivo si può ricordare e che è stata sempre smentita. Nelle ultime rivoluzioni industriali, infatti, per ogni posto di lavoro cancellato l’innovazione ne ha creati altri. In quest’epoca, caratterizzata da un’automazione e dalla preponderanza dell’intelligenza artificiale, i dati mettono in luce come siano stati creati meno posti rispetto a quelli usurpati dalle macchine.
Oggi esistono software in grado di scrivere automaticamente una cronaca sportiva e di comporre una melodia. Per non parlare dei cuochi robot, in grado di preparare ottimi pasti mettendo in primo piano creatività e attenzione alle principali norme igieniche. Sono stati raeggiunti obiettivi che vanno ben oltre alla robotizzazione dell’industria e dei lavori più monotoni sul mercato: ormai le macchine intelligenti si stanno rivelando più efficienti degli esseri umani, rivoluzionando tantissimi settori dell’economia.
Martin Ford, che lavora in Silicon Valley da 25 anni, offre un’efficacissima lettura di questa situazione, ricordando come anche gli impieghi più qualificati siano a rischio e facendo presente che, ormai, istruzione e impegno non bastano più per assicurarsi un reddito.
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