‘La leggenda del santo bevitore’, edito in Italia da Newton Compton, è un racconto di Joseph Roth. Si tratta di una delle ultime opere dello scrittore austriaco, morto nel 1939 in povertà e distrutto dalla malattia mentale. Questo racconto, così famoso da essersi meritato anche una trasposizione cinematografica negli anni ’90, è una riflessione sulla sorte dei derelitti che, a causa dei problemi economici, molto spesso si lasciano andare a dipendenze devastanti come quella per l’alcol.
Il racconto narra la storia di Andreas Kartak, un uomo con gravi problemi di alcol che dopo aver ucciso il marito della sua amante si rifugia a Parigi. Nella capitale francese soggiorna per qualche tempo sotto i ponti della Senna, fino a che un uomo da poco convertitosi al cristianesimo non gli dà 200 franchi come elemosina.
Andreas si impegna a restituirli la domenica seguente attraverso un’offerta in chiesa alla messa delle 10.00. Inizia così per lui una settimana di vere e proprie peripezie, in cui più volte si trova con in mano la somma esatta da restituire. L’attrazione per l’alcol e per i piaceri della carne è però più forte: Andreas riesce infatti a spendere ogni volta la somma di denaro che si trova tra le mani in qualità di pagamento per lavori svolti o in forma di elemosina.
Arriva la domenica pattuita e il benefattore della settimana precedente gli regala ancora 200 franchi. Andreas è pronto a restituirli come offerta alla santa a cui la chiesa è intitolata e alla quale il benefattore è devoto. Il destino lo metterà però davanti a un epilogo impossibile da cambiare, che porta in primo piano tutta la sua miseria umana e morale.
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