Jostein Gaarder è tornato in libreria da pochi giorni con “Il mondo di Anna”, opera edita da Longanesi. Leggere Gaarder, almeno per quanto riguarda il mio punto di vista e la mia bellissima esperienza adolescenziale con i suoi libri, significa prima di tutto lasciar da parte qualsiasi accenno di indifferenza nei confronti delle più piccole sfaccettature della storia, della cultura, dell’evoluzione umana.
Gaarder ci insegna prima di tutto ad approfondire quanto abbiamo intorno e lo fa con il meraviglioso strumento della narrazione, espediente ancestrale che ha sempre accompagnato l’uomo nella scoperta dell’universo. In questo nuovo romanzo la protagonista si chiama appunto Anna, ha sedici anni e una sensibilità fuori dal comune nei confronti dell’ambiente.
Anna vive in un villaggio della Norvegia e non riesce a pensare agli argomenti che occupano la mente della maggior parte degli adolescenti: le sue preoccupazioni principali riguardano le catastrofi ambientali e lo sfacelo di un pianeta distrutto da chi invece dovrebbe proteggerlo.
Le cose cambiano definitivamente quando Anna fa un sogno davvero fuori dal comune: immagina la sua pronipote nel 2086 e si prefigura il futuro della Terra, ormai in preda alle più terribili devastazioni ecologiche. Sente di dover assolutamente dare il suo contributo e decide di farlo con un aiuto speciale, con l’ausilio di una creatura che come lei non ha nessuna paura di esprimere le proprie idee. Dopo la celeberrima Sofia, che ha avvicinato al sapere filosofico un’intera generazione cresciuta negli anni ’90, Gaarder restituisce al lettore un’eroina che senza dubbio rimarrà impressa nei cuori di chi ama le pagine di questo straordinario narratore nordico.
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