Nato nel 1960 a Correggio, Luciano Ligabue è cantautore, regista, scrittore e rappresenta una delle figure artistiche più fertili del panorama creativo italiano. Ha pubblicato romanzi, libri di racconti e la raccolta di poesie “Lettere d’amore nel frigo”. Dietro la macchina da presa ha firmato due film come “Radiofreccia” e “Da zero a dieci”, entrambi ritratti efficacissimi della gioventù arrabbiata della provincia emiliana.
Ecco alcune frasi tratte dai suoi libri.
Ti lasciavi andare. Ti consegnavi a un destino che nessuno ti aveva confermato. E lo facevi da sola. Come non volessi ricordare che, qualunque fosse il tuo cammino, qualunque la meta, io ci dovevo essere.
Adesso è tardi. Tardi per venire via. Tardi per raccontarmi altre balle. Tardi per le domande e per le risposte.
Un amore che comincia d’estate si è perso la primavera, ma non lo si vedrà mai pensare all’autunno imminente.
Balordi che non erano altro. Tutto il giorno appiccicati l’uno all’altra e gnignì e gnegnè. Troppo tempo mano nella mano. Tutta quell’energia sbattuta in faccia al mondo. Alla faccia del mondo.
Io non so cosa c’avessero qui due. Sorridevano sempre. Mai sentiti darsi addosso.
Erano bugie le mie risate, le mie minimizzazioni. Era una grossa bugia il tono della mia voce. Era una grossa, enorme bugia l’energia che gli mostravo. E, lo vuol sapere, professore? Ero bravo. Perché mio padre mi credeva. Forse sapeva di essere spacciato in ogni caso, ma mi voleva credere.
I figli dei signori Paterlini si ritrovarono sul pianerottolo, la porta sbattuta alle loro spalle. Tesero l’orecchio verso l’interno dell’appartamento. Sentirono la madre dire: – Sei contento adesso? – Non sono mai stato così lontano dall’essere contento in vita mia.