Le guerre di droga nei Paesi latinoamericani sono un flagello umanitario e culturale silenzioso: Le ragazze rubate di Jenner Clement (Feltrinelli) si propone di raccontare questa tragedia e di farlo osservando il tutto da un punto di vista femminile. Le guerre di droga in quell’immenso e pericoloso Paese che è il Messico vengono infatti raccontate partendo dal punto di vista delle “ragazze rubate”, cioè di quelle giovani donne che per salvarsi dalla furia violenta dei narcos vengono travestite da maschi dalle madri, e giocano per strada con i capelli corti e con i denti anneriti al fine di farli sembrare cariati.
Tra queste giovanissime che non possono vivere la propria femminilità neppure negli anni meravigliosi dell’infanzia cc’è Ladydi Garcia Martinez, che riesce a fuggire dall’inferno del Messico rurale trovando lavoro ad Acapulco: in città incontrerà anche l’amore, ma il grande cambiamento non riuscirà comunque a farle dimenticare la quotidiana guerra contro la furia dei narcos, e la paura di essere rapita ogni volta che sentiva il rumore di un suv avvicinarsi sulla strada.
Le ragazze rubate è un ritratto duro e impietoso della terribile realtà che è il Messico rurale: a pochi chilometri da Acapulco sorge infatti un luogo dove dagli aerei vengono lanciate sostanze velenose per uccidere le coltivazioni dei papaveri da oppio, e dove le ragazze vivono nella paura continua: paura di essere strappate alla propria quotidianità dalla violenza di uomini pronti a usarle per qualche minuto di divertimento sessuale.
Jennifer Clement restituisce al lettore un quadro impietoso ma anche un ritratto meraviglioso del coraggio femminile, di quella forza che non si ferma neanche davanti alla violenza più cieca e alla perdita degli affetti più cari (la protagonista dovrà affrontare anche il dolore per il rapimento della sua migliore amica). Le ragazze rubate è un romanzo non certo leggero, ma che permette di toccare con mano la potenza della donna quando si trova ad affrontare difficoltà apparentemente insormontabili.