La singolarità del Le geometrie dell’animo omicida ha la sua radice nella sperimentazione in cui convergono analisi eterogenee della psicologia umana.
Nell’incontro fra la passione per la scienza astrologica e il bisogno di capire quale imponderabile istinto muova la mano dell’uomo contro il suo simile, l’autrice costruisce una perfetta architettura strutturata su tre piani di investigazione potentemente distanti l’uno dall’altro ma destinati tuttavia a riconoscersi nella soluzione finale.
Se l’indagine ufficiale dei carabinieri segue il suo corso naturale inciampando negli indizi che mostrano e nascondono, nei testimoni e nei sospettati che parlano e tacciono, e se il cronista gioca d’astuzia per indovinare gli sviluppi investigativi da sciorinare poi ai telespettatori, l’astrologa – nonché figlia di, collega di e in corso di narrazione, altro di – esce da qualsiasi parametro di normalità per muoversi in totale solitudine su un piano liscio come una lastra di ghiaccio, senza nessun appiglio di credibilità, perché l’indagine astrologica per essere tollerata e accettata deve poter dimostrare al centouno per cento la propria veridicità.
Degno di nota, a tal proposito, è ricordare come Michel Gauquelin, uomo di scienze già avversario dell’astrologia, cercando di negarne qualsiasi valore, attraverso un importante lavoro di statistica, fu costretto invece, proprio dai risultati ottenuti, ad ammetterne la validità.
Monica Bartolini traccia con maestria i tre sentieri avvicinandoli e allontanandoli in modo tale che uno serva da richiamo per l’altro e all’esattezza dell’oggettività delle perizie scientifiche, come alla curiosità legittima ma cruda seppur rispettosa del cronista, si accompagnano la consolidata esperienza conoscitiva della natura umana, il rigore di metodo e la tenacia professionale ma umanissima e ironica del maresciallo a cui fa eco – dall’alto della sua astrazione tutta da dimostrare – l’acutezza dell’introspezione psicologica che ipotizza prima e suggerisce poi una tesi di confronto alternativa.
Dimostrazione costruita sulla carta – astrologica – con una ricerca seria e puntigliosa che ha portato l’autrice a redigere dei veri e propri ritratti astrali perfettamente calzanti!
Un’inedita idea di genere, dove il giallo propone, nel pieno rispetto delle sue regole, cenni di studio astrologico e a sua volta, lo studio astrologico ispira, completa e conferma la soluzione del caso, aprendo un nuovo scenario indagatore fruitore di molteplici punti di vista, perché tutto può sempre arricchire le mente volta all’evoluzione e al progresso. Un giallo serve anche a questo.
Titolo: LE GEOMETRIE DELL’ANIMO OMICIDA
Autore: Monica Bartolini
Editore: Scrittura & Scritture
Anno: 2013
Elisabetta Mastrocola