‘Warm bodies‘ è il romanzo d’esordio di Isaac Marion, pubblicato nel 2011 e ritornato alla ribalta già da qualche settimana per il film uscito proprio in questi giorni al cinema. Contrariamente a quanto succede di solito, noi di Wlibri abbiamo voluto leggere prima il libro, per poi decidere se vedere o meno il film.
La trama: ‘R’ è uno zombie di un mondo post-apocalittico in cui i pochi esseri umani rimasti sono costretti a nascondersi per sopravvivere; il mondo è popolato da zombie e tutto intorno a loro c’è solo distruzione. Un giorno R, durante una battuta di caccia, uccide e si nutre del cervello di un ragazzo, assaporandone e gustandone i ricordi, e portando in salvo Julie… Questo incontro lo trasformerà completamente. Il suo cuore, pur non battendo più, si tinge di nuovi colori e la sua mente inizia a provare sentimenti sopiti da tanto, troppo tempo.
Di seguito vi segnaliamo le frasi più belle di ‘Warm bodies’, le citazioni che più ci hanno fatto sognare e le parole di ‘Warm bodies’ che non dimenticheremo mai:
‘Sono morto, ma non è poi così male. Ho imparato a conviverci. Mi spiace di non potermi presentare come si deve, ma non ho più un nome. Quasi nessuno di noi ce l’ha. Smarriti come chiavi di automobili, dimenticati come anniversari. Il mio credo cominciasse per “R”, ma è tutto ciò che so. La cosa buffa è che, fintanto che ero vivo, non facevo che dimenticare i nomi degli altri. Il mio amico “M” dice che uno dei paradossi dell’essere uno zombie è che è tutto buffo, ma non puoi ridere, perché le labbra si sono putrefatte’.
‘Nessuno di noi è particolarmente attraente, ma la morte è stata più che gentile con me. Sono ancora ai primi stadi di decomposizione. Solo la pelle grigia, un odore sgradevole, cerchi neri sotto gli occhi’.
‘Gli abiti che portiamo sono l’unico indizio di chi fossimo prima di diventare nessuno’.
‘Le città per le quali vaghiamo sono talmente dei ruderi che mi sa che il mondo è quasi arrivato al capolinea. I palazzi sono crollati. Le strade sono intasate di macchine arrugginite. I vetri sono quasi tutti rotti e il vento che soffia dentro i grattacieli geme come un animale in agonia. E mica lo so cos’è successo. Malattia? Guerra? Collasso sociale? O siamo stati solo noi? I Morti stanno rimpiazzando i Vivi? Non credo sia poi così importante. Quando arrivi alla fine del mondo, non importa che strada prendi’.
‘Io me lo ricordo com’era l’amore prima. Erano in gioco complessi fattori emotivi e biologici. Dovevamo superare prove elaborate, stabilire connessioni, alti e bassi e lacrime e tormenti. Era un bordello, un esercizio di agonia, ma era vita. Il nuovo amore è più semplice. Più facile. Ma in formato ridotto’.
‘Il mio “cuore”. Questo organo pietoso rappresenta ancora qualcosa? Giace immobile nel mio petto, senza pompare una goccia di sangue, totalmente inutile, eppure i miei sentimenti sembra non abbiano smesso di nascere tra le sue gelide pareti. La mia tristezza smorzata, il mio vago bramare, i rari scatti di gioia. Stagnano al centro del mio petto e di lì trasudano, diluiti e deboli, ma reali’.