“I Diari della bicicletta” sono un romanzo storico d’avventura, crudamente realistico e politicamente scorretto basato su vicende vere di vita vissuta. Essi raccontano la vita di Enea Milesi, vero e proprio Uomo Trans-Epocale vissuto a cavallo tra la fine del XIX° secolo e la prima metà del XX°. Dopo un’adolescenza segnata da molti drammi familiari ed una prima gioventù vissuta alla ricerca – ed alla comprensione – del proprio destino, il protagonista passa da una vicissitudine all’altra in sella alla sua “Aquila”, la sua fedele bicicletta, unico punto fermo nel suo divenire. Enea è ancora giovane quando, dopo la morte in combattimento del fratello, parte per il fronte nel 1916 con spartana determinazione, distinguendosi per il suo coraggio, nonché per una certa dose di sfacciata fortuna. E’ la Prima Guerra Mondiale, “Grande Fiera della Carne Umana” di cui il romanzo descrive in modo assolutamente inedito e completo fatti grandi e piccoli – sconosciuti ai più – nel caos delle trincee e della disorganizzazione militare italiana. E poi la Seconda, “subita da civile” nella paura viscerale per la propria famiglia e la propria casa, di cui egli racconta i fatti angosciosi – e meno noti! – del “passaggio del Fronte” durante la Campagna d’Italia degli Alleati.
Queste “storie di salotto e di trincea” mostrano la vita privata ed intima dell’uomo mentre si snoda attorno ed attraverso le vicende belliche, in cui condivide con i compagni “pane, sangue, pericolo e merda”, nell’affresco di un’epoca perduta e nella toccante testimonianza della generazione scomparsa di un mondo al crepuscolo, dove i giovani sapevano sorridere davanti alla morte.
Recensioni
Nella lingua russa la parola “mir” sta a significare sia “pace” che “mondo”. Mondo inteso nel senso di società, di consorzio umano, più che di pianeta. Il senso alla parola viene attribuito dal contesto in cui è usata. In assenza di contesti di riferimento, secondo alcuni, nell’equivoco caddero i primi traduttori europei di Tolstoj, il cui “Vojna i Mir” – che secondo i fautori della tesi era, nelle intenzioni dello scrittore, “La guerra e il mondo” – divenne, complice l’inesistenza dell’articolo determinativo nella lingua russa, “Guerra e Pace”. Ebbene, il romanzo di Gregorio Giungi ha ad oggetto proprio la Guerra e il Mondo, nella scoperta che di quest’ultimo fa il protagonista del suo romanzo, Enea Milesi. Non si scenderà ovviamente nella piaggeria ridicola di accostare Giungi a Tolstoj, o Enea al principe Pierre, ma il romanzo – opera d’esordio – è bello, e la storia è vera, ricostruita dall’autore attraverso gli scritti di Enea, realmente esistito. Enea è un giovane della nobiltà di provincia (nella marca di Ancona), la cui vita si dipana a cavallo di un mondo che muore (quello in cui i figli dei nobili non andavano alla scuola pubblica, ma avevano i precettori a casa) ed uno nuovo che nasce forgiato, purtroppo, dal bagno immane di sangue della Prima Guerra Mondiale. Non aspettatevi molte immagini di valzer né alcuna battuta di caccia alla volpe, nel periodo che precede la Grande Guerra: Enea è semplicemente un ragazzo che scopre la propria vocazione ed ansia di vedere “il Mondo”. E “il Mondo” gli si disvelerà al fronte, nella guerra insensata di trincea e, ancor di più, negli ambienti degli ufficiali codardi ed imboscati, primedonne di una Italietta meschina, non tanto riscattata da eroi o arditi quanto piuttosto “illuminata” da semplici persone perbene che fanno il loro dovere pur desiderando di trovarsi altrove. Proprio come Enea,uno di noi.
Luigi Fuscia
Ombre Angeliche
La Fenice
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Vincitore del Premio della Giuria nel Premio Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa L’integrazione Culturale Attraverso La Letteratura (http://www.integrazioneculturale.com/)
Vincitore del Premio Speciale della Giuria nel Premio Letterario Nazionale Scriviamo Insieme (www.premioscriviamoinsieme.com)