Oggi su Wlibri recensiamo ‘Morire dal ridere‘, di Antonietta Maria Usardi, un bel romanzo edito da 0111 Edizioni; qualsiasi esistenza, anche la più cupa, può ritornare a fiorire e a trovare la sua ragion d’essere.
Titolo: Morire dal ridere
Autore: Antonietta Maria Usardi
Editore: 0111 Edizioni
Anno: 2012
Trama in sintesi:
‘Morire dal ridere’ è ambientato a Milano, nel quartiere di Chinatown, dove una famiglia gestisce un negozio per suicidi. L’arrivo inaspettato di Robespierre, un ragazzino che trasuda felicità da tutti i pori, porterà luce in una famiglia che invece aveva fatto del dolore e della tristezza la propria ragion d’essere.
Recensione:
‘Morire dal ridere’ mi è capitato tra le mani quasi per caso e, ad essere sincera, non mi aspettavo un gran che; mi sono ricreduta sin dalle prime battute, e l’ho finito di leggere nel giro di tre ore. E’ un libro entusiasmante, che fa ridere e sorridere continuamente, perché tratta con sarcasmo e una punta di ironia temi che invece sono macabri e all’ordine del giorno, soprattutto in metropoli come Milano dove non c’è giorno che qualcuno non decida di farla finita sotto le rotaie della metropolitana. Vincent e Amelia sono marito e moglie e vivono con i due figli nello stesso stabile dove hanno il loro negozio. Hanno insegnato alle loro creature che vivere è una condanna, che il loro mestiere è una missione che aiuta a morire chi di vivere non ne vuole più sapere, che il nero è l’unico colore possibile e che le favole non esistono, meglio seguire la cronaca nera al telegiornale. Non appena piomberà nelle loro vite il piccolo Robespierre, con tutto il suo carico di felicità e di voglia di vivere, ecco che, a poco a poco, anche i componenti di questa insolita famiglia, cominceranno ad avvertirne le conseguenze.
‘Morire dal ridere’ è un libretto che si legge in pochissimo tempo, e che, al di là dell’ironia con cui affronta argomenti pesanti, fa riflettere non solo su quanto tempo noi esseri umani siamo impegnati a essere infelici, ma anche sul fatto che non apprezziamo mai le cose che abbiamo, e ci manca la gioia stessa di vivere. Viene anche toccato in modo sarcastico il mondo corrotto della politica, e proprio in un momento in cui il comportamento poco corretto di alcuni politici ha fatto scalpore. La prosa di Antonietta Maria Usardi, pur essendo ancora acerba in diversi punti, si legge in modo scorrevole, tanto è semplice e poco artificiosa. La brevità dei capitoli invoglia alla lettura anche chi non è avvezzo, e l’ironia sottile nascosta dietro ogni riga rende caro al lettore questa favola di un mondo al contrario, dove gli uomini che vogliono farla finita entrano in un negozio ed acquistano tutto l’occorrente per porre fine alla loro triste esistenza. Assolutamente da leggere sotto l’ombrellone!
Il libro in una frase:
Quando non ci si aspetta nulla, si finisce sempre con il rimanere sorpresi.
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