Fra le ultime novità editoriali segnaliamo oggi I sogni dei morti di Maurizio Temporin, giovane autore italiano (classe 88) al secondo volume della trilogia “IRIS”, edito sempre da Giunti.
Su concessione dell’editore, ve ne riportiamo le prime pagine:
“Siamo tutti immortali, Thara,
fino a prova contraria”.
Ludkar
NEVE NERA
Mia madre non aveva raccontato la storia giusta. Sempre ammesso che esistano storie giuste.
Non era stato mio padre a portarla in ospedale quando stavo per nascere. Al volante c’era Charles.
E adesso Charles era morto.
Avrebbe dovuto mettersi lei alla guida del carro funebre al suo funerale, per sdebitarsi, per ricambiare il favore.
Sono diventata più cinica ultimamente.
Mia madre mi ha raccontato anche che nevicò nero quando sono nata. Non so se credere almeno a quello. L’unica neve che ho
visto finora è grigia, e non è nemmeno neve.
È cenere. La cenere è tutto quello che ho adesso.
Ma dovrei riprendere da dove ho lasciato.
Il mondo crollò la notte di Halloween.
Le zucche viola non ridono mai.
UN BACIO
Nate mi guardava nella penombra della stanza sorridendo appena. Con la luce della televisione che aleggiava intorno a noi come una fantasmagoria, sembrava quasi che i lineamenti del volto fossero i suoi. Ma anche se quel corpo non gli apparteneva, gli occhi gli brillavano di colori inimmaginabili e sentivo il suo respiro girare intorno alla mia testa, come un vento che spiava i miei pensieri.
Da quando Charles era morto, anche se avevamo avuto occasione di rimanere soli più di una volta, non c’era mai stata tanta intimità come in quel momento. Dopo il funerale, avvenuto quattro mesi prima, Nate era tornato a vivere da sua madre e aveva passato la maggior parte del tempo con lei. Per Sally non era stato facile accettare la morte di suo marito e la consolazione di un figlio scomparso, che adesso era tornato, non bastava ad asciugarle le lacrime.
Aveva smesso di piangere da un occhio solo per iniziare dall’altro.
Io, ovviamente, non pretendevo troppe attenzioni da lui, ma era anche vero che mi sentivo un po’ lasciata in disparte. Però andava bene così, mi dicevo che era solo una fase passeggera. Intanto la scuola era ricominciata e nemmeno là potevo vederlo. Dopo l’incendio che Ludkar aveva appiccato nell’istituto, Nate non poteva presentarsi col suo corpo, chiedendo di essere iscritto ai corsi. Capivo anche questo, ma potevo sentirne l’amaro in bocca.
In quel momento ce ne stavamo sul divano di casa mia e facevamo finta di vedere un film. Non so nemmeno quale fosse, ce lo aveva dato Leonard, probabilmente un horror di serie B. Ricordo solo che le urla dei protagonisti contrastavano con la tenerezza dei nostri sguardi.
Me ne stavo distesa con la testa sulle sue ginocchia, mentre lui mi passava le dita fra i capelli dietro alle orecchie. Quel tocco tiepido, gentile, mi faceva ricordare quanto era stato orribile il periodo in cui non potevamo nemmeno sfiorarci. Quando, nel Cinerarium, il solo contatto della nostra pelle poteva distruggerlo come un ramo
nel fuoco.
Socchiudevo gli occhi, provando un piacere leggero ogni volta che mi scostava i capelli dalla fronte. Quando li riaprivo, ritrovare il suo sguardo sopra di me mi faceva sentire come se tutto fosse finito e quella fosse la cosa più bella che poteva regalarmi la vita.
Nascosto dalle ombre era il volto di Ludkar, lo sapevo, ma a farlo vivere era lo spirito di Nate. Quel sorriso, quelle fossette ai lati della bocca erano un segreto che solo lui conosceva. Solo lui sapeva farmi provare quel brivido che mi percorreva ogni volta che mi stava vicino.
Questo era l’incipit del romanzo; la trama di I sogni dei morti invece è la seguente:
La vita di Thara sembra aver ripreso il verso giusto. Nate, seppur nel corpo di Ludkar, le è finalmente vicino nel “mondo reale”; suo padre, il Nocturno, è rientrato nella vita della famiglia e sembra riavvicinarsi alla moglie, che piano piano sta sciogliendo la diffidenza e la paura che l’avevano spinta a lasciarlo. La scoperta di essere una “Vampira dei fiori” aiuta poi Thara a risolvere il problema che l’ha afflitta tutta la vita: la narcolessia. Ma probabilmente è tutto troppo bello per essere vero. Sono molti gli enigmi rimasti senza soluzione, e dal Cinerarium, forse, c’è ancora qualcuno che vuole tornare …