Malapunta, sequel ipotetico (molte cose in questo capolavoro del new weird sono ipotetiche; per esempio si ipotizza che l’autore sia un Danilo Arona ai massimi livelli ) de L’estate di Montebuio, ripresenta il personaggio di Morgan Perdinka: se in quel romanzo c’è il racconto della sua vita, in questo c’è la sua firma sulla splendida copertina, oscura ed evocativa come da prassi per le ottime Edizioni XII. Visioni apocalittiche, esperimenti scientifici, recessi della mente e recessi naturali, che siano grotte o le fogne di Bucarest: la noia non è di casa in questo libro, e nemmeno gli schemi prefissati. Arona ci ha abituato bene, ma qui ci tratta ancora meglio. Leggendo sembra di percepire l’eco lontana di Rock, uno dei lavori più particolari e forse meno conosciuti del maestro piemontese (che con Perdinka condivide la cittadinanza alessandrina: LOL, direbbero i più giovani e smaliziati). E addentrandosi nel dedalo di episodi, sottotrame, documenti e breusche virate nel continuum della storia l’eco si trasforma in una meravigliosa, potente, elettrica sinfonia. Sturm und drang, come direbbero i tedeschi. Horror, noir, weird, fantascienza, e soprattutto buona scrittura, colta e nel contempo spiazzante; fluida e nel contempo barocca. Nella confezione di pregio che gioielli di simile fattura meritano.
La scheda del libro sul sito di Edizioni XII la trovate qui: Malapunta – Morgan Perdinka.